Nel Settecento vi furono a Positano numerosi interventi di ricostruzione, 
                ristrutturazione e adeguamento di edifici religiosi che seguirono 
                gli schemi dell’Architettura Barocca. 
              A questi eventi si può far riferimento per la ricostruzione della 
                Chiesa nuova sorta sulla precedente cappella del XI secolo dedicata 
                al SS.° Sacramento. Dopo i lavori di rifacimento, effettuati nella 
                seconda metà del ‘700, la chiesa fu ufficialmente dedicata alla 
                Madonna delle Grazie e ribattezzata dal popolo Chiesa nuova, denominazione 
                che tuttora conserva.
              Con la sua pianta ellittica e copertura a calotta, resta uno 
                dei più interessanti e rilevanti monumenti del periodo “Barocco” 
                realizzati a Positano e in tutta la Costiera. In questa chiesa 
                e in quella dell’Assunta sono custoditi la maggior parte dei tesori 
                artistici e beni culturali.
               
 
              Ignoto è l’autore, ma forme architettoniche analoghe erano già 
                state adottate a Roma da Borromini e a Napoli da fra Nuvolo, principali 
                esponenti di questa nuova tendenza artistica. Per la sua realizzazione 
                fu adottata, nel suo piccolo, la stessa tecnica costruttiva usata 
                dai Romani per la costruzione del Pantheon L’adozione della pianta 
                ellittica ha mediato il tema tra la pianta centrale e longitudinale, 
                il simbolismo esoterico cristiano tra "il cammino della salvezza" 
                (navata) e "Paradiso" (cupola).
              L’ingresso principale, posto lungo l’asse maggiore est-ovest, 
                permette una immediata comprensione e leggibilità dello spazio 
                architettonico. Si resta colpiti dal corredo pittorico, dalle 
                splendide decorazione parietali e dalla luminosità dell’ambiente.
              Le cappelle disposte radialmente lungo il perimetro, danno maggior 
                risalto alla cappella dell’altare maggiore, alla quale fanno da 
                corona. 
              Le cappelle, dedicate rispettivamente a S. Giuseppe, a S. Alfonso 
                dei Liguori, a S. Michele, alla SS.ma Annunziata e a S. Pietro, 
                sono coperte con volta a tutto sesto e arredate con altari in 
                commesso marmoreo. Bellissime e preziosissime tele del ‘700 adornano 
                le cappelle In due nicchie ricavate nei rinfianchi dell’altare 
                maggiore, sono allogate le statue lignee della Madonna delle Grazie 
                e del Redentore. 
              Interessantissimo per la sua bellezza e leggiadria è l’originale 
                e prezioso pavimento in maioliche policrome che conclude lo spazio 
                architettonico. Peccato che lungo l’asse mediano e lungo il lato 
                destro, in corrispondenza del secondo ingresso, sia stato consunto 
                dal calpestio dei fedeli e che l’arredo permetta solamente una 
                visione parziale di quest’opera unica e meravigliosa. Questo pavimento, 
                a tema unico, è formato da riggiole, 20 x 20, decorate a mano. 
                In una cornice ellittica, posta tra i due fuochi dell’ellisse, 
                è rappresentata una pisside, ora quasi del tutto illeggibile, 
                quale Cristo Pantocratore. Da questa cornice s’irradiano, su fondo 
                bianco, raggi azzurri e celesti che raggiungono tralci di viti 
                ricoperti di grappoli d’uva e verdi rami di palme, entrambi simboli 
                evangelici, che si dipartono da una cornice, giallo-oro e arancione, 
                che conclude l’opera lungo il perimetro dell’ellisse. 
              In sacrestia, parzialmente murata e adibita a lavacro, vi è un’urna 
                cineraria romana così descritta dal prof. Vittorio Bracco “Urna 
                quadrangolare di marmo bianco (alt.0,245, largh. 0,45; prof. 028 
                circa), murata ad angolo nella sagrestia di S. Maria delle Grazie, 
                detta anche Chiesa nuova. Sul lato frontale, al di sotto della 
                tabella, racchiusa da triplice listello, si svolge il serto consueto, 
                che pende dalle corna di due teste di ariete raffigurate sugli 
                spigoli. Due passeracei al di sotto del serto ne beccano i frutti. 
                I lati minori, ornati da motivi vegetali, sono in parte murati.